L’Italia in Bottiglia. Un viaggio lungo il nostro Paese di etichetta in etichetta, per scoprire le piccole e grandi eccellenze del mondo del vino.
a cura di LARA DE LUNA 09 agosto 2019
I grandi rossi del Piemonte, i Super Tuscan, i passiti siciliani e molto altro ancora. La mappa dell’Italia potrebbe essere riscritta e riletta – e in parte lo è già, se si pensa al peso dell’enoturismo – in base alla ricchezza del suo patrimonio vitivinicolo.
Il nostro è un Paese che da sempre, fin dall’Antica Roma, è legato alla vite. Capire, conoscere, orientarsi, curiosare, non è sempre fluido, nemmeno per gli appassionati. DiVino è una rubrica, a firma di Laura Di Cosimo, che vuole accompagnare l’enoappassionato tra etichette e realtà diverse tra di loro. A volte diametralmente opposte. Quindi ecco il Passito di Pantelleria Ben Ryè accanto alla Vernaccia di San Gimignano, e ancora il Terlodego che adorna le Dolomiti a braccetto con quel Greco di Tufo che parla dell’Irpinia in tuto il mondo.
Bianchi, rossi, rosati: scegliete il vostro preferito o lasciatevi incuriosire.
………………………….
D’Araprì, il metodo classico pugliese a ritmo di jazz
Una cantina fondata in provincia di Foggia da tre amici musicisti, che per primi si sono specializzati in questa tipologia di spumante.
di LAURA DI COSIMO
Le raffinate note del jazz ben si addicono alle “effervescenze musicali” di un calice di spumante. È l’incipit per l’originale storia della cantina pugliese d’Araprì. Già il nome, acronimo delle prime lettere dei cognomi di Girolamo d’Amico, Louis Rapini e Ulrico Priore, lega tre amici d’infanzia, amanti del jazz e tutti musicisti, che fondano insieme un’azienda spumantistica nel comune di San Severo, distretto storico della Daunia in provincia di Foggia.
Gli esperimenti giovanili risalgono al 1979, studiano e viaggiano anche in Francia per approfondire l’arte di produrre Metodo Classico, cioè con la seconda rifermentazione in bottiglia; prima d’allora nessuna cantina pugliese si era specializzata solo come produttrice di questa tipologia. Decidono di spumantizzare il Bombino Bianco, antica varietà locale a bacca bianca che si rivela molto adatta. Dagli anni Novanta in poi completano la gamma produttiva introducendo i vitigni a bacca nera Montepulciano e Pinot Nero. La crescita qualitativa è costante, consolidata e rafforzata dal forte legame amicale che li ha sempre resi compartecipi nel lavoro e nella vita. Oggi Ulrico si occupa della produzione e suona ancora il contrabbasso in un gruppo, Louis cura la commercializzazione e continua con il pianoforte, e Girolamo, che suonava la tromba ma ora ha smesso, è l’enologo aziendale.
Anche tra le pareti di “Casa d’Araprì” risuona spesso la musica, quando nei locali della cantina si organizzano rassegne che uniscono il piacere dell’ascolto alla stappatura (non rumorosa come consiglia il sommelier) delle loro ottime cuvée. Tra queste, la Riserva Nobile da uve Bombino in purezza, una sinfonia di profumi e un assaggio brioso che richiama la luce e il calore di questi luoghi. Iniziato come un gioco, tre amici fidati sono riusciti a sfatare il luogo comune dell’impossibilità di realizzare spumanti Metodo Classico di qualità in Puglia. Sono stati i primi, e il loro è diventato un altro orgoglio enoico del Sud.