La via del Bombino un vitigno dalle diverse declinazioni

EXCELLENZE01

di  Sabrina de Feudis | 22 gennaio 2019

Con un’estensione costiera di 865 chilometri, la più ampia d’Italia, la Puglia cela nel tacco d’Italia sapori, cibi, luoghi e vini ancora da scoprire, come il Bombino bianco, un vitigno ai più sconosciuto, ma che provoca curiosità già al primo assaggio. Il nome deriva dall’aspetto del grappolo, simile a quello di un bimbo in fasce, ma la sua culla d’origine lo pone lontano dalla terra che oggi lo custodisce.

EXCELLENZE02

Fonti storiche individuano la penisola iberica come luogo di nascita, altri seguendo le antiche leggende e tradizioni contadine, attribuiscono ai cavalieri templari, stanziatisi a San Severo di ritorno dalle crociate, l’arrivo della varietà nelle terre della Capitanata. Oggi l’Agro di San Severo è l’habitat ideale dove il Bombino bianco esprime le proprie caratteristiche: crescita tardiva e alta produttività, è interessante conoscere i risultati ottenuti dalle scelte diverse apportate da alcuni vignaioli che puntano a basse rese e a tecniche di vinificazione differenti.

Per fare questo conosciamo tre realtà diverse, dislocate tra San Severo e Lucera, nel cuore della provincia foggiana, tre cantine che utilizzano il Bombino bianco in modo differente con risultati che impressionano i nasi e i palati dei degustatori più esperti.

D’Araprì: un’ impresa ritenuta folle agli albori, oggi è considerata geniale. Sul finire degli anni settanta tre amici Girolamo D’Amico, Loius Rapini e Ulrico Priore, uniti dalla passione comune per la musica Jazz, decisero di produrre uno spumante, da metodo classico, da Bombino bianco nella loro città, San Severo. Tutto questo sembrava un esperimento impossibile da realizzare, mentre oggi D’Araprì è una certezza tra gli spumanti del sud Italia.

Riserva Nobile è il nome del metodo classico targato D’Araprì realizzato esclusivamente con uve da Bombino bianco, un capolavoro racchiuso in bottiglia, e nel calice esprime eleganza già dal colore: giallo paglierino con dei riflessi dorati brillanti, un perlage fitto e persistente. Al naso svela un arcobaleno di profumi che rievocano la pasticceria, il burro fuso, la crema che si intersecano alle nuance di frutta tropicale con delle spolverate di vaniglia. Ogni bottiglia riposa per circa 36 mesi nei sotterranei della bellissima cantina. Il millesimo 2014 regala una maturità che si conferma nel gusto esplosivo e di grande struttura, in un abbinamento del tutto territoriale sarebbe perfetto con un piatto di riso, patate e cozze.

EXCELLENZE03

…………………………..

Vai al blog