D’Araprì: la storia di un’amicizia

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D’Araprì: la storia di un’amicizia che dura da 36 anni

Un “classico” nell’antica Daunia.

Come molti sanno, in Italia non esiste un nome unico e riconoscibile da tutti per evocare il nostro metodo classico, come avviene in Francia per lo Champagne (o la Champagne come si dice in alcune città italiane con trascorsi storici sotto la dominazione Francese)
Denominarlo Trento Doc, Franciacorta Docg, Alta Langa Docg, Oltrepò Pavese Docg, solo per citarne alcuni, significa valorizzarne la provenienza, il territorio delle nostre eccellenze vitivinicole.
Uno degli ultimi viaggi, alla scoperta di cantine e produttori pugliesi, ha stuzzicato l’idea, o semplicemente il desiderio di un metodo classico che sia solo “d’Araprì”, magari non sugli annali ma nell’immaginario collettivo di intenditori o di semplici amatori del nettare dauno.
d’Araprì è forse l’unica, o una delle poche, realtà vinicole al di sotto del Po che da oltre 36 anni si dedica esclusivamente alla produzione del metodo classico. Siamo già alla seconda generazione dei “d’Araprì” che si allena sia in cantina che in una capillare gestione commerciale italiana ed estera.
Un’avventura nata nel 1979 quasi per gioco, un gioco in cui la passione per il jazz e l’amore per i vitigni autoctoni portano tre amici a partire dal Bombino Bianco, insieme al Pinot nero e Montepulciano, per realizzare delle cuvée che non hanno niente da invidiare ai migliori produttori di champagne. Il plus è la valorizzazione del vitigno locale
Bombino Bianco, che in Puglia rappresenta quello che è lo Chardonnay per gli altri metodi classici.

grandivini02Nasce così d’Araprì, acronimo armonioso dei suoi fondatori Girolamo D’Amico, Louis Rapini e Ulrico Priore.
Alcune loro etichette come La Dama Forestiera Nature e il Pas Dosè, sono diventati dei classici del panorama metodo classico italiano, seppur nella loro specificità, altre lo stanno diventando, come il 35° Anniversario Brut Sauvage, e tutte e tre quest’anno si sono aggiudicati le “5 Sfere” Sparkle 2016, l’ambito riconoscimento della guida pubblicata da Cucina & Vini, che celebra e premia i migliori spumanti secchi italiani. Più che degno dei succitati la Gran Cuvée XXI Secolo che tra i trofei annovera un’edizione degli “Oscar del vino” 2013 come
miglior vino spumante o anche il premio “Vino dell’emozione Sparkle2015”, o la Riserva Nobile che quest’anno oltre ad essersi aggiudicato le 4 Viti, AIS gli ha attribuito anche il premio speciale Tastevin.

grandivini03La mia visita alla cantina è stata accolta da Antonio “Pomodoro” Priore, figlio di Ulrico. Un nickname o secondo nome che ha stuzzicato subito la mia ‘sete’ di conoscenza. Prima o poi ha promesso che mi racconterà la sua genesi. Da appassionato sia di vini che di arte, mi piace pensare ad una genesi un po’ poetica, dove il metodo classico si interseca, si sfiora, diventa parte integrante dell’arte moderna e contemporanea, come già succede ad esempio in Franciacorta. È infatti impresso ancora nella mia mente, e forse anche in quella di qualcuno di
voi, l’ingresso della famosa azienda vitivinicola franciacortina Ca’ del Bosco, l’imponente opera in bronzo del “Cancello Solare” realizzata dal celebre scultore Arnaldo Pomodoro, il rinoceronte a grandezza naturale sospeso proprio all’entrata della cantina di Stefano Bombardieri o l’Egg Concept di Spirito Costa.

grandivini04Forse tale connubio risulta un po’ difficile, semplicemente perché alla cantina dei d’Araprì, si arriva percorrendo un dedalo di viuzze e vicoli medievali del centro storico di San Severo, dove una piccola piazza fa bella mostra del bellissimo palazzo Ottocentesco sede della cantina. Potrei rivedere l’abbinamento e pensare a qualche
bell’affresco di Nettis per omaggiare la sua patria e i suoi pregiati frutti!
Storia, poesia e arte, si sa, fan solo da contorno quando si parla, o meglio si gusta del buon vino. Vorrei quindi concludere con delle mie personalissime ‘pillole di degustazione’, sperando possa spingere anche voi a testare e conoscere questa avventura nostrana!
Il Pas Dosè si presenta con un colore giallo paglierino carico e con riflessi che tendono al dorato, brillante con perlage fine e persistente, al naso intenso, fine e complesso con aromi che vanno dai fiori bianchi, frutta gialla (ananas, pesca gialla, banana) agrumi e naturalmente lieviti con qualche nota minerale. Fresco e leggermente
sapido, fin di bocca persistente con una piacevole nota amarognola di mandorla.
La Gran Cuvée XXI Secolo Alla vista si presente di un colore giallo paglierino con riflessi dorati, brillante, la grana delle bollicine è molto fine e molto persistente, al naso risulta di pregevole eleganza e molto complesso, i sentori spaziano dalla frutta esotica agli agrumi, mineralità molto presente, le note di lievito e pasticceria sono molto evidenti considerando che questa cuvée riposa almeno 60 mesi sui lieviti. Al palato la mineralità è ancora più evidente ed il finale piacevole e molto persistente.

grandivini05Antonio Cimmino, milanese d’adozione con radici napoletane, Sommelier dilettante ma wine writer compulsivo per necessità di “rimanere in contatto” con l’eno-mondo e condividerne ogni nuova e straordinaria esperienza. Nella vita si occupa di altro, forse con la stessa enfasi ma di certo non con la vocazione che ritrova davanti ad un buon bicchiere di vino. Tolta la cravatta del matematico e consulente, blocco alla mano e reflex al collo, non perde occasione per annotare storie, percezioni e sapori oltre che immortalare volti, dettagli e colori che ogni sorso gli trasmette.

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