
Apre i battenti ai visitatori ma anche a tutti coloro a caccia di una nuova esperienza. Anna D’Amico: “Ci piace avere il numero giusto di partecipanti per garantire sempre il massimo”

Concerti jazz, serate musicali, degustazioni e presentazioni di libri. È un lungo elenco ma solo un assaggio di quanto proposto dalle Cantine d’Araprì di San Severo, famose per i suoi vini spumanti realizzati con il metodo classico. Un nome storico per la Capitanata, consacrato tra le eccellenze locali, ma che ha varcato indubbiamente i nostri confini accompagnando con le sue bollicine i momenti più lieti. Una perla preziosa incastonata nel cuore di San Severo, la cantina oggi apre i battenti ai visitatori ma anche a tutti coloro a caccia di una nuova esperienza che sappia abbinare il piacere della musica a quello della degustazione di uno spumante, un binomio vincente quello tra palato e cultura che conquista un target diverso pronto a sfatare i risultati delle più nere classifiche da anni collocano il nostro territorio nel fondo della qualità della vita. È l’innovazione che si reinventa con la tradizione, l’atmosfera magica di una cantina ricavata da un ex-convento che diventa location suggestiva per una serata intima sulla falsariga di un ritrovo culturale d’epoca. Un’idea che nasce dal principio come ci racconta Anna D’Amico.
La cantina diventa location privilegiata per la cultura. Come nasce questa idea?
L’idea del condividere e promuovere la cultura in tutte le sue forme artistiche nasce dal principio, dato che i tre soci fondatori sono legati dalla passione della musica jazz. Nel 2000 entriamo in possesso e ristrutturiamo i locali del vecchio ospedale dei pellegrini ed ex frantoio comunale, ribattezzato da noi in sala ArCA, Arte in Cantina. Si concretizza così la possibilità di avere un luogo dove organizzare eventi culturali, da rassegne jazz a convegni, presentazioni di autori letterali e degustazioni eno-gastronomiche.