Il nuovo edificio scolastico

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Il nuovo edificio scolastico “Principe Umberto” 
(attuale “E. De Amicis”)
 
Lunga e complessa è la vicenda relativa all’edilizia scolastica, che si protrarrà, con alterne vicende, per oltre venti anni. Nel 1891, infatti, viene deliberata, sindaco Antonio Gervasio, la costruzione di un nuovo edificio scolastico, scartando l’ipotesi di ristrutturare uno degli antichi conventi, di s.Bernardino, dei Cappuccini o delle Benedettine, preferendo una localizzazione specifica in zona di espansione, nell’area di proprietà Masselli, sul lato sinistro del prolungamento del grande viale che da Palazzo Recca conduce alle carceri. Il 26 febbraio viene emanato anche il relativo bando  “per un progetto di edificio scolastico da servire per le scuole primarie e secondarie“; vale a dire un edificio di tre piani per scuola elementare, ginnasio e scuole tecniche insieme. 
Vengono presentati 15 progetti, con proposte di vario tipo che oscillano da 126 mila lire ad un milione e 135 mila lire di finanziamento. La commissione didattica, presieduta dall’ingegner Felice Morsica, incaricata di esaminare i progetti, istruisce e relaziona in proposito prendendone in considerazione soltanto tre, i più interessanti che comunque, dal momento che anch’essi non soddisfano  “le esigenze volute e dovute per simili edifici” vengono sottoposti a  “modificazioni non lievi“. Il 29 novembre 1893 il consiglio comunale delibera anche la costruzione, in un lotto vicino, di un secondo edificio scolastico da destinare ad asilo d’infanzia, stabilendo anche il mutuo necessario all’appalto, con il proposito di valorizzare le aree di espansione con edifici pubblici.
Il problema dell’edilizia scolastica, però, continua a restare irrisolto ancora per lunghissimo tempo fino a quando, nel maggio 1898, il sindaco Antonio Masselli, illustrando in consiglio comunale la relazione programmatica sulle opere pubbliche della città, individua nel  “piano detto Luigione al piazzale della villa”, facente parte del demanio comunale, la localizzazione migliore per la costruzione dell’edificio scolastico, perché essendo l’area già di proprietà pubblica  “non aggraverebbe di nuove spese il bilancio“.
Il progetto edilizio, redatto dall’ingegnere Felice Morrica, localizza quindi il nuovo edificio scolastico nell’area individuata, antistante piazza Felice Cavallotti. Il progetto, presentato il 26 febbraio 1909, ottiene l’approvazione del ministero della pubblica istruzione, con alcune modifiche, nel maggio 1911 ed il consiglio comunale, nell’accogliere le richieste del ministero, stabilisce di destinare “in perpetuo” ad uso scolastico l’area su cui è prevista la scuola. Nello stesso tempo il consiglio attiva la richiesta alla Cassa depositi e prestiti di un mutuo di lire 282.335 lire  “per la costruzione dell’edificio scolastico” , avviando finalmente a felice conclusione, in tal modo, il problema della “mancanza di idonei locali” ormai considerato come il vero ostacolo  “allo sviluppo dell’istruzione” cittadina, anche se per l’apertura della scuola si dovrà aspettare ancora oltre due lustri.
Tra il 1915 ed il 1921, prima per il conflitto mondiale e poi per le difficoltà dovute al dopoguerra, i lavori per la nuova scuola pubblica, progettata dall’ingegner Felice Morrica, sono andati a rilento sotto la direzione tecnica dell’ingegnere comunale Ernesto Ricci.
Il 29 aprile 1923, finalmente, l’edificio scolastico, atteso da diverse generazioni di sanseveresi, ormai ultimato, vede il giorno dell’inaugurazione ufficiale, che per la politica del consenso avviata dal regime, avviene mediante una solenne cerimonia con la partecipazione eccezionale di sua maestà altezza reale, il principe ereditario Umberto giunto in città per l’occasione direttamente dalla capitale. “Sua maestà il re“, infatti, “ha acconsentito che il suo augusto figlio onorasse di una sua visita San Severo“, ed allora è l’intera città che si mobilita per questa giornata di festa cittadina. E per meglio realizzare il programma dei festeggiamenti “in onore di S.A.R. il principe ereditario“, il consiglio comunale nomina un Comitato d’onore costituito dalle massima autorità cittadine: il sottoprefetto, il sindaco Arduino Fraccacreta e numerosi consiglieri comunale.
Tutta la città è mobilitata perché la cerimonia riesca al meglio: fin dal 18 aprile una lettera del sindaco ha invitato tutti gli abitanti, “per la devozione alla eroica casa sabauda, ad addobbare i balconi e le finestre” delle abitazioni che si trovano lungo il percorso del corteo reale, “con arazzi, coperte nuziali, bandiere, fiori, ecc.” ; mentre una ordinanza ha fatto divieto “alle pubbliche e private vetture, alle automobili e ai velocipedi” di percorrere il 29 aprile, il giorno stabilito per l’inaugurazione, dalle ore 6 alle ore 10, le strade del percorso reale. Tutto viene organizzato nei minimi particolari: alla stazione ferroviaria, per accogliere il corteo reale, sono stati affissi alle pareti della sala di prima classe, i ritratti del re e della regina. La sala viene poi “riccamente addobbata, con panneggi di velluto, fiori e festoni“; mentre un lungo tappeto si spinge dall’atrio della stazione sino al piazzale con la carrozza che dovrà portare il principe ereditario in corteo.
Accolto al treno dalle massime autorità cittadine, il sottoprefetto, il sindaco e gli assessori, ricevuto da due ferrovieri un bouquet di fiori, il principe, accompagnato dall’ammiraglio Bonaldi, l’on.Caradonna, il generale Montanari, l’on.Ungaro, il console Luigi D’Alfonso, il prefetto Mormino, gli avvocati Cannelli e De Cicco, il questore di Foggia ed il provveditore agli studi, prende posto sulla carrozza scortata da cavalieri a cavallo, mentre gli illustri ospiti si sistemano sulle automobili in corteo. Sul piazzale un picchetto d’onore della milizia nazionale, carabinieri in alta uniforme e il corpo musicale. E lungo il percorso – che si snoda lungo il viale che dalla stazione giunge a piazza Cavallotti, attraverso il tratto sud di via Tiberio Solis, via Minuzio, via e piazza Tondi, corso Umberto I, piazza Plebiscito e corso Garibaldi – ordinatamente disposti “tutte le varie associazioni e sindacati dal principio di piazza Cavallotti e risalendo il corso Garibaldi, mentre nella piazza Cavallotti, lungo i filari di alberi“, si dispongono coi rispettivi maestri e professori, tutti gli alunni e le alunne, delle elementari, sul lato sinistro della Rimembranza, e delle scuole medie, sul lato destro. Al principio del viale centrale del Parco della Rimembranza si trova invece il corpo musicale. Il vescovo con i canonici della Cattedrale trovano posto sul lato opposto mentre gli ufficiali in congedo si dispongono sul lato sinistro del viale. Su corso Umberto I° vengono sistemate tutte le autorità mentre intorno alla vasca stanno il plotone dei piccoli esploratori e un gruppo di orfani dei caduti in guerra decorati di medaglia al valor militare. Ad accoglier il corteo, sullo scalone esterno della scuola, la milizia nazionale con la fanfara e le trombe egiziane e valletti comunali in divisa ai lati del portone d’ingresso.
 Dopo una breve cerimonia di presentazione delle autorità e degli ufficiali in congedo ed il discorso del sindaco e dell’assessore alla pubblica istruzione nel “salone delle conferenze“, il vescovo benedice l’edificio scolastico e sua maestà, visitata la scuola riparte per Apricena dopo aver rifatto il viale centrale del Parco della Rimembranza.
 
Tratto da “San Severo Città di Puglia” 
 di Carmelo G. Severino
 Gangemi Editore