TRENTACINQUESIMO ANNIVERSARIO D’ARAPRÌ: STORIA DI CORAGGIO
d’Araprì è una delle realtà enologiche del sud che preferisco. Una scelta coraggiosa quella di Girolamo D’Amico, Louis Rapini ed Ulrico Priore che nel 1979, oramai 35 anni fa, iniziarono la loro attività all’interno del enorme e variegato panorama vinicolo italiano. Erano e sono dei jazzisti, i jazzisti del metodo classico italiano.
Una comune storia d’impresa, direte, non esattamente; perché i tre amici decisero di dedicarsi solo ad una cosa: la spumantizzazione con Metodo Classico nella cittadina di San Severo, in provincia di Foggia; il coraggio sta nello spumantizzare proprio lì, al sud! 35° anno, un lungo matrimonio a 4, i tre amici ed il metodo classico!
Ecco così che hanno deciso di lasciarsi passare uno sfizio: una tiratura limitata di 3500 bottiglie di spumante (ovviamente metodo classico) da uve di Bombino e Montepulciano vinificato in bianco, “vestite” e numerate a mano, scrupolosamente. Dopo 48 mesi la sboccatura avviene a mano, senza aggiungere sciroppo di dosaggio, a due mesi dalla commercializzazione.
Il risultato è un’elegante bottiglia “dorata” in tutto e per tutto, la “vestizione” sembra essere una sfumatura di quel giallo oro che contraddistingue questo vino. Da’ una sensazione a prima vista di purezza.
Elegante e fine il perlage, bollicine fitte e piccole.
Note di spezie, crosta di pane, burro, frutta gialla e soprattutto agrumi.
Una fresca acidità, una stupefacente persistenza.
Bene ovviamente con piatti di mare, specie col crudo alla barese o con frutti di mare, io però lo bevo da solo, puro.
Se non ne avete ancora comprata una bottiglia sbrigatevi, correte!
Ancora complimenti a d’Araprì e 100 di questi vini!