Gran Cuvée 1994 d’Araprì in magnum

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4 agosto 2015

di Andrea De Palma

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Era da tempo che io e Girolamo ci rincorrevamo per poterci rivedere in azienda ma non riuscivamo mai a concordare, o non c’ero io o non poteva lui.

Ma La Dama Forestiera non poteva aspettare, tutti ne parlavano e solo io non riuscivo a degustarla, allora chiamo Girolamo e riusciamo a concordare per lo stesso pomeriggio della telefonata.
Mi armo di coraggio e sfido i 41° di San Severo: da non crederci, scendo dalla macchina e per poco perdo il respiro. Zaino in spalla affronto i cento metri che mi separano dall’ingresso della cantina: credetemi, mi erano rimasti solo due minuti di autonomia e poi sarei crollato, la salvezza arriva da Girolamo che mi apre la porta e la vita ricomincia…

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Della cantina d’Araprì volutamente non vi voglio raccontare molto, basterà guardare le foto per invogliarvi ad andare a trovarli, perché questa perla nel deserto del profondo sud va vista.

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L’obiettivo della mia visita e conoscere La Dama Forestiera e approfondire meglio la mia conoscenza sui segreti di un gruppetto di jazzisti che dal 1979 si “divertono” a fare un grande champenoise in Puglia: a mio parere il progetto è riuscito perché non si sono mai presi sul serio, anzi, non si sono mai sentiti arrivati e hanno sempre cercato di migliorarsi.
Il progetto che parte dal 2001 e vuole realizzare uno spumante metodo classico solo in magnum di grande eleganza e dal lungo invecchiamento.

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La Dama Forestiera prende il nome da una storia abbastanza credibile, ma la sostanza è di riportare nel bicchiere i segreti, l’eleganza, le movenze e il fascino di una donna di altri tempi, che ti conquista con il solo sguardo e ti ammicca un sorriso che ti disarma.
Bene;  vi assicuro che il progetto è riuscito. Ho assaggiato il 2001 e il 2003 e al primo sorso di entrambi si resta senza parole: il primo, dal colore ancora vivo, è solcato da un bouquet complesso di frutta candita e uva sultanina, seguito da note di tabacco dolce, muschio e torba; al palato la notevole struttura acida e sapida si arricchisce di morbidezza infinita: ideale compagno per un menu sobrio a base piatti delicati che facciano prevalere le caratteristiche del vino.
Il 2003 è decisamente più fresco nei profumi con esordio di pesca gialla e albicocca matura, note di erbe officinali, crosta di pane e sbuffi di panettone artigianale; il gusto si presenta da subito con mandorla tosta foglia di tè e tanta cremosità rinforzata dall’acidità onnipresente.

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La Dama Forestiera:

Solo da millesimi eccellenti
Uve Montepulciano e Pinot Nero
Fermentazione del vino base in acciaio
Nessuna liqueur d’expedition
Remuage su pupitre
48 mesi di sosta sui lieviti

Poi ci assaggiamo il Pas Dosè, preciso ricco nei profumi con agrumi e fiori bianchi, delicata nota di lievito e dal palato cremoso e ricco di vivacità acida, con finale mandorlato ed erbe mediterranee. Qui l’associazione con il Pinot nero mette in chiara evidenza potenzialità olfattive del Bombino e la struttura del pinot.

Uve Bombino bianco e Pinot nero
Nessuna liqueur d’expedition
Fermentazione del vino base in acciaio
Rabbocco con lo stesso spumante
sosta di dai 26/30 mesi sui lieviti
sosta in bottiglia dopo il degorgement almeno di 2/3 mesi

La sorpresona:
ora passiamo alla GRAN CUVÉE MILLESIMO 1994 IN MAGNUM. Mentre mi versa il bicchiere ero distratto nel trascrive altro, alzo lo sguardo e gli chiedo “e il mio bicchiere qual è” e lui con lo sguardo rassegnato e serafico mi dice “è questo”, e io. “scusami ma questo è il Pas Dosé di prima” dal colore giallo paglierino scarico, riflessi verdognoli, non poteva essere un 1994; e annuendo con il capo e gli occhi bassi mi conferma il bicchiere.

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Strabiliante, un 1994 che sembrava fatto ieri, io non credevo ai miei occhi, e siccome sono peggio di San Tommaso, cambio bicchiere e ne ho la conferma.
I profumi eleganti e fini spaziavano dal tartufo bianco delicato, al muschio e frutta bianca per una freschezza impensabile; al palato è pulitissimo, ricco di freschezza, grande corpo e tanta sapidità seguita da mineralità e succulenta tanto da solleticarti in continuazione il palato e vi sto parlando di un vino aperto da più di tre giorni.
Noi abbiamo assaggiato una magnum ma viene prodotto anche nella 0,75 cl. e Girolamo ammette di essere rimasto sorpreso anche lui. Il segreto di questa capacità di mantenere freschezza e profumi, ormai accertato, sta nel Bombino Bianco e Girolamo, fautore del vitigno, ne è felicissimo.

Millesimo 1994
Uve Bombino bianco, Pinot Nero, Montepulciano
Fermentazione del vino base in acciaio
Nessuna liqueur d’expedition
28/30 mesi di sosta sui lieviti
sosta in bottiglia dopo il degorgement almeno di 2/3 mesi

d’Arapri è in Via Zannotti, San Severo, FG 71016 Tel: 0882.227643 www.darapri.it info@darapri.it

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