Tre amici

Una amicizia che affonda le radici nella musica jazz, poi maturata e rinsaldata negli anni attraverso la passione comune per il vino ed i vitigni autoctoni del Tavoliere.

Alla base di tutto, la convinzione di poter produrre anche al Sud spumanti di pregio, e l’intuizione – poi rivelatasi vincente – di poter valorizzare nelle “bollicine” il vitigno autoctono della Capitanata  “Bombino bianco” che nella spumantizzazione riesce ad esprimersi nella sua pienezza. Il resto è capacità imprenditoriale ed uno straordinario attaccamento ai valori d’origine del territorio. E’ così che tre amici, Girolamo D’Amico, Louis Rapini e Ulrico Priore (note biografiche) hanno creato, nel 1979, l’apprezzata e rinomata produzione di spumanti “d’Araprì” (il marchio è dato dalle prime lettere dei tre cognomi letti in successione), unica realtà pugliese che produce esclusivamente spumanti con il metodo classico (ovvero con fermentazione in bottiglia, detto anche metodo “Champenoise”) (visita al Viteff 2013), tra le pochissime in tutto il meridione d’Italia.  (I primi venticinque anni)
Nel 2°Rapporto sull’Eccellenze d’Italia dell’EURISPES la d’Araprì si fregia dell’attributo “Principi dello Spumante”
Infine i riconoscimenti del 2013 con l’Oscar  (video premiazione) come miglior Vino Spumante conferito da Bibenda-Associazione Italiana Sommelier , del 2015 con il Vino dell’Emozione della Guida Sparkle di Cucina&Vini e del 2016 con il TasteVine della Guida Vitae dell’AIS, in un certo senso coronano il lavoro di trentacinque anni e finalmente il territorio della Daunia si afferma per la prima volta nel panorama italiano come zona vocata per la spumantizzazione col Metodo Classico. (Bacheca dei Riconoscimenti)
A d’Araprì va riconosciuto il merito di essere stata la prima cantina a far nascere e guidare  l’affermazione degli spumanti autoctoni, soprattutto nel Sud Italia. (i tre amici)

Gli spumanti della Casa d’Araprì non sono certo quelli che dominano le pagine pubblicitarie delle riviste: il loro segreto si custodisce gelosamente e si rivela soltanto agli amici più fidati. Anche se gli assemblaggi possono variare di anno in anno, d’Araprì riesce a dare omogeneità della materia prima e ha crato nel tempo uno stile inconfondibile arrivando sempre alla qualità estrema: fattore imprescindibile per chi ama le bollicine metodo classico.

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Due le novità interessanti nel 2019. L’entrata a pieno titolo della nuova generazione (in un certo senso il passaggio del testimone), ovvero i figli Anna d’Amico, Daniele Rapini e Antonio Priore con la trasformazione della società in Società Agricola. E per celebrare i quarant’anni di attività un nuovo spumante rosé prodotto esclusivamente da Uva di Troia “Sansevieria”. Anche queste azioni intraprese nel solco del riscatto e la valorizzazione di un territorio ricco di uomini, tradizioni e di cultura, storicamente vocato alla viticoltura di qualità, e dotato di un grande patrimonio storico e paesaggistico.

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